Venerdì 26/02 Asuma Brazilian Quartet

Sabato 27/02 Assemblea Teatrale Maranese
5 Febbraio 2016
Venerdì 19/02 Mike Sponza
27 Gennaio 2015
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Nascono nel 2006, il nome, ispirato ad un quadro di Michael Müller, indica “un rituale con piante e bevande a base di erbe, quando la luna mostra un grande cortile illuminato” ed è in lingua zuruahà, una piccola tribù di Indios che vive in una regione di montagna dello stato brasiliano dell’Amazonas, coperto in prevalenza dalla imponente foresta amazzonica.
Le lingue di queste tribù di indios sono ricche di definizioni e di termini per indicare la natura, rivelando a noi occidentali, abituati ad una definizione scientifica del mondo creato, una inaspettata varietà e valenza poetica.
L’Amazzonia è stata scelta per la sua capacità di portarci alle radici della storia del Brasile, poiché così come la sua foresta è un bene indispensabile da conservare, lo è anche la sua musica, più varia ed interessante di quanto si possa immaginare, da diffondere come cultura e a cui approcciarsi con curiosità e rispetto.
Così è nato il progetto asuma, ideato da alessandro fassi, amante da sempre di questa musica, che ha dentro di sé non solo la sapienza nera, ma anche quella europea e quella degli indigeni, le cui contaminazioni hanno nel tempo contribuito a regalare una musica multiforme grazie alla quale è facile trovarsi catturati da ritmiche straordinarie ed estremamente vive, unite a concezioni armoniche che le accomunano al mondo del jazz, pur essendo musica popolare, la cosiddetta musica popular brasileira.
La bellezza di questa vera e propria “arte del suono” viene ancora più valorizzata dai testi delle canzoni, scritti da autentici poeti che hanno accompagnato i grandi compositori e la cui opera ricopre oggi un ruolo molto significativo nella letteratura brasiliana.
Dal 2008 si presentano in quattro: Enzo Antonicelli voce, Fabio Gorlier al pianoforte, Alessandro Fassi al basso elettrico e Massimiliano Simini alla batteria.
E’ evidente che la sola presenza del pianoforte come strumento armonico porti ad avvicinare tale approccio alla musica brasiliana con una concezione più propriamente europea, così come l’opzione di una voce maschile, normalmente poco usata dalle formazioni che propongono questo genere, che ha contribuito a caratterizzare notevolmente il sound del gruppo.
La scelta del repertorio, frutto dello stupore e della ricerca nei meandri della storia della musica brasiliana, cerca di cogliere e portare al pubblico quelle perle anche sconosciute ai più, spaziando dagli anni sessanta ad oggi. I brani presentati si discostano dal repertorio di musica brasiliana normalmente proposti nelle scalette di numerosi concerti jazz, portando alla conoscenza composizioni del Brasile più nero e dei suoi stati più interni.

asuma